«Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri» (Vangelo, Gv 13,35)
La prima lezione da imparare per intraprendere un cammino di crescita spirituale è rilasciare il giudizio, ogni tipo di giudizio.
Purtroppo veniamo da un’educazione impostata su concetti di buono/cattivo, bello/brutto, giusto/sbagliato, ci è stato insegnato a giudicarci, siamo stati cresciuti con voti e pagelle, la religione cattolica ci ha inculcato il seme de senso di colpa e di inadeguatezza.
È giunto il tempo di disfarci di tutto questo. Non abbiamo più bisogno di vivere nella dualità, nel giudizio, nel senso di colpa. Apriamoci alla fiducia, alla pace e al perdono. Le energie ci sostengono in questo cambiamento.
La chiave del cambiamento è l’apertura del cuore spirituale e l’abbandono all’Amore. Quando riusciremo a capire che siamo solo uno spirito in un corpo, un’anima in cammino che ha bisogno di imparare e che tutti gli altri uomini che ci circondano ogni giorno sono esattamente lo stesso potremo finalmente ACCETTARE.
Accettare gli altri e noi stessi i nostri errori e i comportamenti, le parole e gli sguardi sbagliati dei nostri amici, colleghi e conoscenti. Saremo disposti a perdonare con più facilità, perché il perdono è la prima caratteristica dell’amore.
A questo proposito riporto l‘Inno alla carità di San Paolo che mi piace particolarmente.
1Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
2E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
3E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
4La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, 5non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, 6non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. 7Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. 8La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà. 9La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia. 10Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà. 11Quand’ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l’ho abbandonato. 12Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto.
13Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!
Lettera ai corinzi, 13, 1-13